L’approccio contro il razzismo e le discriminazioni in generale è tradizionalmente legato a campagne contro l’odio, contro l’hate speech ecc.

Un tipo di campagne con scarsi risultati ed il concreto rischio di suscitare ulteriore odio verso chi viene considerato buonista e fanatico del politically correct

Non l’odio inteso in senso moderno del termine ma l’impulso di cacciare i demoni che ci perseguitano è parte della natura umana da sempre e non va repressa con un assoluto “buonismo” privo di senso.

Anche la Chiesa che è pur in prima linea contro l’odio verso gli stranieri ha da sempre combattuto contro i demoni. Contro il terribile drago si è battuto  San Giorgio santo simbolo della mia terra d’origine la Liguria.

 

Sempre i terribili draghi vengono rappresentati nel Libro dell’Apocalisse

 

Nell’antichità ai “demoni”, come del resto agli Dei, erano attribuite sembianze umane. Erano i “barbari” feroci per antonomasia, gli schiavi sempre pronti a ribellarsi ai padroni massacrandoli per vendetta.

Con i secoli i “demoni” sono diventati via via gli Unni con Attila “flagello di Dio” I “mori” di “mamma li turchi!”

Di recente i demoni hanno preso le sembianze degli stranieri, gli Africani e gli Arabi in particolare.

Questo per la traslazione simbolica tra demone-barbaro-schiavo-nero-africano

Il timore ossessivo della contaminazione razziale è dato dall’inconscio terrore di “trasmissione” del demone tramite la trasmissione genetica del colore. Del “nero” simbolicamente collegato al male, al “demone” da allontanare da noi col candore del bianco.

Il timore dei “suprematisti bianchi” è connesso col terrore che i “demoni” si impadroniscano delle nostre anime tramite la contaminazione fisica , culturale e psicologica.

Il colore assume un valore fondamentale, talmente importante da far tralasciare considerazioni più complesse sulle persone che siano africane o meno.

Quindi l’approccio contro il razzismo più che contro le persone che hanno questo atteggiamento deve essere verso di loro, per liberarle dai demoni che le tormentano. Demoni che vedono riflessi nei corpi dell’”africano” di turno come in uno specchio deformante.

Non è vero che le persone con atteggiamenti “razzisti” non abbiano cuore, siano insensibili alle sofferenza altrui. Anzi sono talmente sensibili da non riuscire a liberarsi dai demoni interiori da dover necessariamente “odiare” un essere vivente concreto , visibile ad occhio nudo. Contro il quale si possa fare qualcosa, respingerlo, odiarlo, sbeffeggiarlo, insultarlo, mentre è impossibile farlo verso il demone che aleggia come un fantasma nelle mente.

Non esistono i razzisti, esistono persone prigioniere di demoni che le spingono ad assumere comportamenti razzisti.

Aiutiamo le persone a liberarsi dai loro demoni razzisti.

Mettere alla berlina coloro che hanno scritto incresciosi commenti razzisti sul web non serve a sconfiggere il razzismo, al contrario rafforza l’idea di essere dalla parte giusta, attaccato dalle forze malvage che hanno conquistato la mente di chi li attacca.

I “razzisti” non sono cattivi, sono “captivi” prigionieri di demoni.

I demoni dell’uomo nero che vuole trasmettere sessualmente la sua demoniaca “negritudine”.

I demoni “giudei” che vogliono assoggettare tutto il mondo corrompendo col denaro i governanti

I demoni degli “zingari” che rappresentano “la degenerazione della stirpe bianca a contatto con razze inferiori durante le loro peregrinazioni”

I demoni islamici che “vogliono sottomettere l’intera Europa al loro fanatismo religioso e totalizzante.

Emblematicamente molte delle persone che più spesso attaccano i “buonisti” , che hanno timore delle “invasioni” incontrollate dei neri ed islamici sono psichiatri o psicoterapeuti. Professionisti a contatto con le menti delle persone, la loro sensibilità più profonda. Questo contatto continuo può averli in qualche modo “contagiati” al timore irrazionale verso il “diverso”  ed il “demone” che incarna. Come mi sembra sia accaduto per Alessandro Meluzzi (Medico Psichiatra, psicoterapeuta, criminologo, Presbitero assirocaldeo, Primate Metropolita Chiesa Ortodossa Italiana) troppo infervorato quando parla contro i buonisti e “l’invasione dall’Africa” e lo scrive uno che non è mai stato “buonista”.

Giovanni Papperini