approfondimento di Giovanni Papperini – Consulente di immigrazione e relocation

(estratto dal n. 3/2015 della rivista “Diritto & Pratica del Lavoro“)

L’intero complesso della burocrazia in Italia più che altrove si basa su una interpretazione elastica della legislazione vigente.
Una delle proteste più temute da parte dei funzionari pubblici si chiama “sciopero bianco” e consiste in una applicazione rigidissima delle norme, tale da creare l’effettivo blocco di qualsiasi attività per persone o aziende.
Ciò è particolarmente evidente nell’ambito delle regole dell’immigrazione e si evidenzia in vari modi:
a) periodiche sanatorie o regolarizzazioni degli immigrati irregolari o clandestini: si tratta  semplicemente di una particolare “autotutela” da parte della Pubblica Amministrazione, che prende atto di una generalizzata inosservanza di normative troppo restrittive e complesse e tenta di rimediare con un provvedimento di regolarizzazione una tantum;
b) fenomeni di “migrazione” interna degli stranieri dove le procedure per l’ottenimento di visti o permessi vari sono più agevoli da ottenere.
Non è sempre possibile, ma, ad esempio, può essere una scelta da parte di multinazionali con più sedi in Italia e all’estero. Le attuali procedure di immigrazione prevedono già adesso una certa flessibilità nella scelta della località dove avviare le pratiche di immigrazione.
Questa flessibilità aumenterà quando entrerà in vigore una direttiva dell’Unione Europea recentemente approvata sui trasferimenti infra-company del personale altamente specializzato extracomunitario….continua la lettura ico_pdf ”