Si può arginare la iper-antidiscriminazione senza ricorrere alla xenofobia?

Può accadere che associazioni rappresentative di minoranze, magari dopo iniziali tentennamenti, insuccessi e cocenti umiliazioni, raggiungano un elevato livello organizzativo. La contemporanea mancanza di equiparabile livello organizzativo nel resto della popolazione può creare inquietanti fenomeni di iper-antidiscriminazione.

Tali fenomeni hanno un impatto molto negativo sulla sensibilità delle comunità locali non minoritarie fino a quel momento non aggregate in difesa dei loro interessi ed identità. E questo è ancora più evidente quando si è in presenza di minoranze etnico-religiose, con interessi in alcune occasioni non coincidenti con quelli del resto della popolazione autoctona.
Si tratta in molti casi di associazioni con:
– elevato livello organizzativo, supportato dai più avanzati strumenti della tecnologia informatica
– dotati di “uffici stampa” molto bene introdotti a livello delle più alte cariche istituzionali nazionali e comunitarie
– che hanno saputo negli anni orientare a loro favore una parte rilevante della giurisprudenza nazionale e comunitaria.
– che possono contare su autorevoli esponenti della dottrina giuridica nazionale ed estera, e su sociologi ed antropologi abituati a maneggiare complesse formule matematiche per s/piegare la realtà
-che hanno dalla loro la “intellighenzia” dei salotti alla moda e di scrittori ed artisti adusi al “politically correct”

Di fronte a tale pesante disparità di forze non ci si deve meravigliare, soprattutto dopo otto anni di profonda crisi economica, della valanga di cinguettii “cattivisti” che tracima dalle piazze online come Twitter. O dalla crescita di partiti e movimenti dichiaratamente xenofobi se non razzisti. O del numero dei like sui commenti anti-immigrati ed anti-stranieri inseriti in Facebook o sulle riviste online.
Ok ragazzi, abbiamo capito che siete arcistufi dell’iper-antidiscriminazione, ma adesso occorre fare un salto di qualità. Passare dalla protesta e dagli slogan liberatori ad un’azione seria e  coordinata. Non contro gli stranieri, ma contro la ipertrofia di quella che in origine era una giusta tutela dei legittimi interessi delle minoranze etnico-religiose, E, soprattutto, in difesa degli interessi comuni degli Italiani e degli stranieri contro la “Casta” degli “alieni” che sta rovinando la nazione!

Giovanni Papperini