Tecniche di pensiero laterale per ridurre l’impatto mediatico-emozionale del terrorismo dell’ISIS
il 21/04/2017
L’autorevolezza delle “agenzie di stampa” dell’ISIS deriva dal fatto che possono contare su fonti dirette dei terroristi stessi o di chi li manovra. Sono quindi in grado di fornire versioni complete dell’attentato, delle sue, aberranti, motivazioni, delle figure degli attentatori, ecc. Tutte informazioni appetibili per i media e i social e che vengono immediatamente rilanciate in tutto il mondo.
La capacità di far rilanciare i propri comunicati a livello mondiale rafforza il “prestigio” delle “agenzie di stampa” dell’ISIS e attira verso l’organizzazione l’ammirazione di proseliti affascinati dalla loro forte capacità di imporsi sui media.
Questo notevole impatto mediatico-emozionale è possibile perché i media, i social in generale danno una lettura “razionale” alla cronaca dell’attentato, secondo i classici 5 W criteri del giornalismo:
Chi?
Cosa?
Quando?
Dove?
Perché?
L’ISIS ha già le risposte a questi 5 interrogativi “razionali” e per questo motivo le sue azioni e “rivendicazioni” hanno un impatto così devastante sull’opinione pubblica, perché possiede notizie che non ha nemmeno la più potente agenzia di intelligence del mondo o la maggior agenzia di informazioni del mondo.
Il suo impatto è come quello di una pietra lanciata nello stagno della razionalità.
L’impatto sull’opinione pubblica sarebbe molto meno pesante se, ad un avvenimento radicalmente irrazionale come l’atto terroristico, non si desse una lettura tradizionale come ad un normale fatto di cronaca nera ma si inquadrasse logicamente in un’ottica di “pensiero laterale” .
Una lettura “paradossale” dell’attentato diffusa nei media e nei social con logiche diverse dalla classiche 5 W disarticolerebbe gli “scoop” dell’ISIS perché metterebbe in dubbio il valore delle sue “verità” e renderebbe quindi meno importanti le sue rivendicazioni.
Un esempio di tale tecnica è non considerare l’attentato di per sé ma inserirlo nel contesto degli avvenimenti più importanti nel mondo in quel momento. In questo caso non è il peso specifico dell’attentato a valere quanto la sua caduta nel contesto globale . L’interesse viene spostato dall’attentato in sé al fatto che ha coinciso o meno con una catastrofe naturale o una scoperta scientifica internazionale o lo scoppio di una guerra o la proclamazione di una pace.
Giovanni Papperini