Nell’antichità tutte le città avevano un nome pubblico, conosciuto da tutti, ed un nome segreto, conosciuto solo da pochi nobili e sacerdoti. Si riteneva all’epoca che se i nemici avessero scoperto il nome segreto della città l’avrebbero potuta conquistare facilmente con un rito magico propiziatorio.
E’ possibile che i Napoletani, che hanno creato il termine “lava”, dalla radice indoeuropea “lab” (cadere, scivolare; G. Devoto) , lo abbiano fatto per “dominare” in qualche modo questo spettacolare e terrificante fenomeno naturale. Carpendo dal Vulcano il nome segreto del suo cuore di fuoco ed interiorizzando dentro di sé un rito magico personale per vincere la paura delle eruzioni. Altrimenti non si spiegherebbe la presenza di oltre 4 milioni di persone in un’area ad alto rischio vulcanico per la presenza di ben tre vulcani attivi. Si veda Convivere con i vulcani napoletani: Mauro Antonio Di Vito – Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia Sezione di Napoli Osservatorio Vesuviano.
E’ strano in questo documento tra le eruzioni del Vesuvio negli ultimi 10000 anni non vedo quella del novembre 1867 , che deve essere stata particolarmente forte se i suoi effetti sono ancora evidenti nel disegno del 1868 che riporto qui.

Il termine lava si è poi diffuso in tutt’Italia ed in tutto il mondo dal momento che gli anglosassoni lo preferiscono a “molten rock”.

Giovanni Papperini