E’ ormai evidente che è in atto una durissima “guerra globale per l’attrazione dei talenti”, degli investitori e delle persone benestanti, soprattutto da Russia e Cina ma non solo ,  tra  vari stati o raggruppamenti di stati. In particolare tra le “aree” Stati Uniti e Canada, Australia e Nuova Zelanda, Unione Europea .

Un elemento importante in questo vero e proprio conflitto tra nazioni è la possibilità che hanno i “Talenti” internazionali , una volta ottenuto un visto ed un permesso di soggiorno in una determinata nazione di un blocco, europeo, nord-americano , ecc  di muoversi con facilità in un’area di riferimento più vasta senza richiedere di volta in volta un visto specifico anche solo per un singolo viaggio di piacere o d’affari o, comunque, con procedure di formalità di passaggio di frontiera più semplici.

Più evidente il richiamo allo “Spazio comune Schengen” come ulteriore incentivo per la richiesta da parte di benestanti da ogni parte del mondo  dei cd “golden visa”. Visti e permessi rilasciati con corsie preferenziali per chi effettua cospicui investimenti, in particolare nel settore immobiliare. Si veda l’articolo di Cecilia Rodriguez su Forbes: Want To Live In Europe? “Buy” A Residency Permit

Anche le multinazionali sono invitate a trasferire in Europa il loro personale internazionale altamente qualificato con l’imminente implementazione nei vari stati dell’Unione della DIRETTIVA 2014/66/UE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 15 maggio 2014 sulle condizioni di ingresso e soggiorno di cittadini di paesi terzi nell’ambito di trasferimenti intra-societari.

In base a questa direttiva sarà più agevole trasferire personale extracomunitario già distaccato in uno stato della UE verso altri stati dell’Unione senza dover riavviare ex novo una procedura immigratoria di distacco.

Ora  l’intero impianto dei “golden visa” con il benefit della libera circolazione nello Spazio Schengen e le facilitazioni per il trasferimento infrasocietario del personale qualificato extracomunitario rischiano di subire un duro colpo di credibilità se anche un solo stato fuoriesce dall’Unione Europea e dallo Spazio Schengen, come auspica “Alba Dorata” in Grecia ed altri movimenti populisti in altre nazioni europee. Pensando così di combattere l’immigrazione irregolare e bruciandosi invece le possibilità di attrarre benestanti ed investitori.  Non mi riferisco a parziali sospensioni di Schengen, con controllo documenti , ma vera e propria fuoriuscita con non validità di visti e permessi rilasciati ad extracomunitari da altri stati Schengen.

L’Unione Europea è come un cristallo di diamante. Affascinante per i benestanti che provengono da nazioni con gravi problemi di stabilità interna. Tuttavia è un tipo diamante  troppo fragile, esteticamente bello, che fa di tutto per apparire trasparente, coeso, limpido e privo di impurità. Invece non è vero e la crisi greca lo sta dimostrando. Il mite pigro europeo è stanco ormai della propaganda esaltatrice della superiorità europea rispetto al resto del mondo, delle leggi su come grandi devono essere le uova di piccione, delle lotte intestine tra nazioni che dovrebbero essere sorelle e delle arie di primadonna a livello mondiale.  Non ci possiamo più presentare al mondo come un diamante purissimo e fragilissimo, anche il germanio è un diamante ma è meno superbo delle pietre preziose e non meno utile per il progresso dell’industria e della società. Se vogliamo restare coesi come un diamante cominciamo con l’essere più realisti e meno contraddittori. Non possiamo continuare ad esaltarci come patrie esclusiviste della “democrazia” e del “diritto” e poi meravigliarci se perdiamo la “guerra dei talenti” e nello stesso tempo dagli stati più poveri approdano in massa verso l'”Eldorado” europeo.

Giovanni Papperini