Virilità globale: il riscatto
il 22/11/2015
A causa di una errata interpretazione monodimensionale delle multiformi identità personali da qualche anno si sta diffondendo l’idea di una “femminilizzazione” della società occidentale.
“Femminilizzazione” che renderebbe imbelle l’Occidente di fronte alla minaccia terroristica dell’ISIS ed organizzazioni similari. Organizzazioni che, al contrario, attirano proseliti di ambo i sessi propagandosi come alternative “maschie” alla decadente civiltà occidentale.
Fortunatamente le società occidentali, capitaliste e globalizzate, si sono “femminilizzate” solo esteriormente.
Insomma non tutto è perduto, si tratta solo di liberarsi, al momento opportuno, di una parvenza esteriore che non rappresenta l’animo profondo della società, ma è come un “vestito della festa” o la classica “giacca e cravatta” per le riunioni d’affari. Vestiti indossati per rispondere ad una serie di convenzioni, di etichetta e bon ton, ma che non ci rappresentano nella nostra interezza e naturalezza.
Per contrastare la mielosa propaganda jihadista ,che attira giovani maschi facendo balenare loro l’idea di diventare eroi serviti e riveriti da stuoli di femmine e giovani donne desiderose di farsi dominare da una forte e risoluta figura maschile, non dobbiamo regredire nello stadio di sviluppo della società occidentale globalizzata.
Si è “cavaliere” , gentile e rispettoso verso le donne e favorevole alla reale parità dei sessi, senza per questo apparire come persona che rinunzia alla propria virilità.
Il leone resta tale anche se rinchiuso in una gabbia.
L’Uomo resta tale anche se si autorinchiude nella “gabbia” delle formalità della società occidentale moderna. “Gabbia” della quale ha la chiave e dalla quale può uscire a suo piacimento quando vuole per schiacciare l’incauto nemico.
Anche se rispetta il ruolo della Donna, come madre, sorella, moglie, figlia, maestra, giudice, capo ufficio, egli resta sempre un Uomo.
Non è certo l’esteriorità di seguire i capricci della moda, comprare l’ultimo i-pad o la macchina piena di optional a far considerare la nostra civiltà come decadente ed imbelle di fronte ai forti “maschi” dell’ISIS.
Purtroppo accade che tali aspetti esteriori della nostra personalità vengono intesi come totalizzanti da un certo numero di mass media, intellettuali contrari alla globalizzazione, ecc. e, di conseguenza, questa errata rappresentazione della società viene strumentalizzata a loro vantaggio in maniera spregiudicata dai tagliagole dell’ISIS.
Non è necessario cambiare totalmente la società, rinunziare ai propri valori , ai vantaggi del capitalismo, della società dei consumi globalizzata, far ritornare le donne ad un ruolo marginale e subordinato , sigillare completamente le frontiere o erigere barriere protezionistiche verso manufatti e servizi esteri, per togliersi da mezzo l’idea di essere diventati una società effeminata e debole.
Basta saper valorizzare alcuni principii basilari della virilità, estrapolandoli dal contesto della normale vita quotidiana nella società globalizzata.
Nella saga a fumetti de ” Il Cosacco”, ideata dal cosmopolita Robin Wood e disegnata da Alberto Casalla, l’impavido e gagliardo eroe Sacha Veblin un giorno rischia di morire in una trappola tesagli da due infidi truffatori ed assassini. Sarà il fratello di lui Piotr a salvarlo. L’occhialuto frequentatore dei noiosi ricevimenti mondani a corte, saprà, al momento opportuno, tirare fuori gli artigli e neutralizzare , con astuzia e coraggio virile, i delinquenti e dare una lezione di vita all’ingenuo fratello.
Giovanni Papperini